di Claude Livadie, Univ. Suor Orsola Benincasa, Napoli – CNRS Paris (in italianop con presentazione PowerPoint)
1a conferenza del ciclo: “Archeologia/Italia: novità”
Circa 3500 anni fa, gran parte della Campania fu devastata da una eruzione molto simile alla catastrofe che nel 79 d.C. colpì Pompei. Ingenti depositi vulcanici distrussero i villaggi del periodo del Bronzo antico, ricoprirono i campi e decimarono gli animali. Una parte della popolazione morì nelle prime ore dell’eruzione. A Nola, non lontano da Pompei, il villaggio preistorico fu risparmiato dalla fase iniziale della furia eruttiva e gli abitanti poterono fuggire, prima che la fase più violenta ricoprisse parzialmente le capanne con una coltre di pomici seguita da flussi piroclastici e da nubi ardenti. Alla fine dell’eruzione importanti fenomeni di alluvionamento ricoprirono il villaggio. Si deve a questo accumulo fluido, consolidatosi con il raffreddamento, la realizzazione dell’impronta fedele delle capanne e di tutto quello che era presente nei vari ambienti (resti carnei, vegetali, animali, recipienti, ecc), salvaguardando quindi e fossilizzando tutto quello che costituiva la vita quotidiana di un gruppo umano dell’età del Bronzo antico. Le informazioni sull’architettura delle capanne, unite a quelle sull’organizzazione degli spazi interni e esterni e sulle modalità di conservazione dei cibi, fanno del villaggio preistorico di Nola un sito unico. Luogo: : Institut für Klassische Archäologie der Universität Wien, Vortragssaal: Seminarraum 12, 1. Stock, Franz Klein-Gasse 1, 1190 Wien .Info: https://klass-archaeologie.univie.ac.at